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Riapre la nautica, ma attenti a non dimenticare gli utenti finali

Roma– L’attività di Confindustria Nautica per portare avanti la filiera nautica all’interno della ripresa della Fase 2 si è evidenziata con l’inserimento della cantieristica nautica tra le attività produttive che potranno riprendere. Resta, però, la parte più importante, ovvero quella degli utenti finali, i diportisti e gli armatori/velisti che sono poi quelli che utilizzando le loro imbarcazioni e frequentando Marina e cantieri muovono davvero l’economia nautica. Su questo il DPCM descritto ieri sera ha deluso molti osservatori.

Confindustria Nautica ha emesso oggi un nuovo comunicato, in cui si sottolinea come dopo la ripresa produttiva si punti adesso a rendere più rapido possibile il ritorno attivo del pubblico della nautica. Soprattutto il settore del Charter potrebbe a breve risentire di gravi ripercussioni economiche. Sono in corso, da quanto risulta a Fare Vela, gli opportuni incontri per redigere i protocolli di sicurezza che saranno utilizzati negli imbarchi e sbarchi.

Barche da charter, settore che attende i protocolli per la ripresa dell’attività con urgenza

Va detto che la gran parte degli armatori italiani è pronta a rispettare, con quella responsabilità invocata a più riprese dal presidente Giuseppe Conte le norme di distanziamento sociale, e a farlo con relativa facilità. Tale passo, ovvero il ritorno all’utilizzo delle barche, risulta essenziale e anche Confindustria Nautica potrebbe, nelle sue sin’ora costanti e riuscite attività di lobbying, trasmettere nei dettagli al Governo quanto gli utenti finali/clienti siano al centro di tutto il volano economico.

Risulta evidente dal testo del DPCM un timore del Governo per una ripresa senza responsabilità. Si sospetta che gli italiani possano dar sfogo ad assembramenti a rischio, che alzerebbero i rischi di ritorni del COVID-19. Se c’è un’attività, però, che può essere facilmente condotta nel pieno rispetto delle norme sanitarie è proprio quella nautica, come del resto riconosciuto dal Governo stesso che ha inserito la vela tra le attività a basso rischio.

I Decreti interpretativi del DPCM del 26 aprile, in vista del 4 maggio, sono quindi quanto mai urgenti. Tali decreti sono attesi nei prossimi giorni, per rispondere alle moltissime domande e casistiche su possibilità di spostamenti e utilizzi che moltissimi utenmti nautici, e non solo, si atanno ponendo da ieri sera.

Questo il comunicato di Confindustria Nautica emesso oggi:
“Con i provvedimenti adottati ieri dal governo, frutto del lavoro incessante di confronto di CONFINDUSTRIA NAUTICA con Palazzo Chigi, è stato possibile riavviare la produzione delle aziende nautiche. Presso l’Associazione, le aziende possono trovare i form e i documenti per le comunicazioni necessarie la normativa cui devono uniformarsi.

L’attività di CONFINDUSTRIA NAUTICA non si è mai interrotta e il prossimo obiettivo é il riavvio delle attività della filiera a contatto con il pubblico.

“Attraverso precise misure riteniamo possibile rendere sicura anche queste attività” – spiega il Direttore Generale dell’Associazione, Marina Stella -. “Come per le attività produttive, abbiamo predisposto un Documento tecnico, che è già nelle mani della Task force di Palazzo Chigi, dove sono indicate le misure di protezione individuale e di organizzazione aziendale per il contenimento della diffusione del virus, quelle di monitoraggio del personale e dei clienti, delle operazioni di imbarco/sbarco dei charter, le regole per la sanificazione e la pulizia e infine le norme di comportamento obbligatorie”.

Dopo i diversi confronti con il Sottosegretario alla Presidenza del consiglio con delega alla Programmazione economica, Sen. Prof. Mario Turco, proprio per affinare le procedure oggi pomeriggio è previsto un ulteriore incontro al MiSE del Presidente Saverio Cecchi con la Sottosegretario Alessandra Todde, su delega del ministro Patuanelli”.

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